Giro d’Italia, Contador rivela: “Nel 2015 sul Mortirolo il giorno più duro della mia carriera”
Interessante aneddoto svelato da Alberto Contador a più di un anno dal suo ritiro dall’attività agonistica. Il due volte vincitore di Giro d’Italia e Tour de France, oggi commentatore televisivo per l’edizione spagnola di Eurosport e proprietario della formazione Continental Polartec-Kometa grazie alla Fondazione che porta il suo nome, ha svelato di aver vissuto sulle strade del Giro d’Italia 2015 il momento più duro della sua carriera da professionista, terminata nel settembre del 2017 con la partecipazione alla Vuelta a España (da lui vinta tre volte in carriera) impreziosita dal trionfo sull’Alto de El Angliru. Nel corso di un’intervista a due con Ivan Basso, concessa alla Gazzetta dello Sport per presentare il progetto che i due stanno sviluppando con una squadra composta da corridori giovani, il 36enne di Pinto è tornato sulle difficoltà vissute nel corso della sedicesima tappa, la Pinzolo-Aprica del 26 maggio 2015.
Già in possesso della Maglia Rosa da diversi giorni, il capitano della Tinkoff-Saxo forò nella discesa del Passo dell’Aprica e subì l’attacco dei più immediati inseguitori in classifica generale, il tandem dell’Astana composto da Fabio Aru e Mikel Landa Meana. Rientrato sulle rampe del Mortirolo, il madrileno perse poi contatto nella scalata finale pagando 38” al connazionale ma mantenendo le insegne del primato con un vantaggio di 4’02” sullo stesso: “È stata la tappa più dura della mia carriera”. A confermarlo è stato lo stesso Basso, suo gregario e compagno di stanza in quella edizione della corsa: “”In camera, dopo un lungo silenzio, mi fa: ‘Bassotto, hanno svegliato la bestia’. È questo che vogliamo trasmettere ai giovani: non arrendersi, non sprecare il talento”.
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